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È strano con quanto sforzo affrontiamo l'intera giornata, impegnandoci con determinazione e costanza a sopravvivere per poter arrivare alla sera finalmente salvi. E invece poi chiudere chi occhi, con la testa affondata nel cuscino, per restare lì inermi, vulnerabili al dolore, alla paura, al rimpianto, alle ferite e ai lividi da non poter guarire. Quando ami una persona ma non puoi amarla, quando il vostro amore, per un gioco del destino è costretto a soffocare in un gemito di piacere e dolore insieme, e a morire li, tra due corpi che si cercano, ma che sanno che al termine di quell'apice si separeranno. Quando dai anima, corpo, cuore, speranze, cure, dedizione, e indietro non ti torna nulla. Quando il destino continua imperterrito a prenderti a calci in faccia senza avere il minimo accenno di rispetto o pentimento per quello che hai fatto, subito, affrontato. Quando si prendono tutto. Quando non ti rimane niente. Quando le parole arrivano a un punto, e respiri al silenzio.
Che cosa ci resta?

F.